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W il dado...(?) °_°

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iNvernomuto
Ritratto di iNvernomuto
W il dado...(?) °_°

Se per caso vi fosse sfuggito questo bell'articolo di Andrea Angiolino sull'eterno "scontro" tra chi ama l'utilizzo del dado e chi no...non parlo di brodini o cucina molecolare eh, eh, eh.

Nomen Omen
Ritratto di Nomen Omen
Bell'articolo, ma...
Non mi sento in grado di contestare l'articolo nella sostanza, ma mi sento di poter dire che l'autore forse tralascia qualcosa e invito tutti a leggerlo per poi commentarlo.
Secondo il mio molesto, sì molesto parere, i meccanismi di randomizzazione non sono da bandire in un gioco, ma andrebbero a volte studiati con un po' di senso critico.
Alcuni autori di giochi forse non si rendono conto che se la partita viene risolta in solo pochi tiri di dado o pescate di carta o qualsivoglia meccanismo di casualità, portano alcuni fruitori del prodotto ad accanirsi contro la dea bendata e in alcuni casi contro il gioco stesso. Chiunque ha un minimo di capacità di analisi capisce che Risiko, Coloni di Catan o altri giochi di successo dotati di alea hanno dignità quando sono ben realizzati, ma purtroppo succede che alcuni giochi non vengano ben studiati e a essi si aggiunge un pizzico di casualità per dargli un'ammantatura di fascino introdotto dal caso stesso.
Personalmente preferisco non giocare a giochi come quelli sopra citati, non perché non li ritenga bei giochi, ma essendo presente un tiro di dado o simile meccanismo che in purtroppo troppi casi può determinare l'esito della partita, rende il vincere o perdere al gioco stesso un calcolo statistico. Se passassi la vita a giocare a Risiko sarei molto soddisfatto di me se vincessi un terzo delle partite e sarei oggettivamente bravo, ma non avendo la possibilità di rigiocare mille partite, alla terza o quarta partita dettata dal tiro del dado a mio sfavore, non mi viene la voglia di rigiocare ancora e ancora per imparare a "mitigare" strategicamente l'infausto aggeggio.
Semplicemente rinuncio a giocare simili giochi perché non mi piace essere costretto a ragionare in maniera statistica, ma preferisco cimentarmi in partite dove le mie scelte possano portare a vincere o perdere in maniera incontrovertibilmente dettata dall'abilità mia o degl'avversari. Oltretutto il random, quando è preponderante, tende a affascinare chi è sensibile al gioco d'azzardo e a repellere chi cerca in un gioco una vera sfida di intelletti e non un testa o croce.
Un gioco ritenuto dai cultori del determinismo tra i migliori è Puerto Rico ed esso stesso ha un meccanismo random: l'uscita delle piantagioni che da solo è in grado di rendere ogni partita una storia e sé e nonostante abbia giocato ormai innumerevoli partite, non mi sono al momento stancato di rigiocarci. 
Concludendo non sono contro a priori, ma il caso deve servire a variare lo svolgimento del gioco e non il suo esito e giochi come Stone Age stanno proprio lì a dimostrare che i dadi si possono usare, ma che bisogna introdurli con sapienza e non come specchietto per attirare giocatori che subiscono il fascino del caso.
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